Dalla Tuscia viterbese a Pavia, la ‘visione’ di due imprenditori che fa risparmiare energia

Uno dei progetti di cui sono più orgogliosi è la sostituzione di tutti i punti luce del comune di Valentano, nella Tuscia viterbese non lontano dal Lago di Bolsena, dove oggi le strade, le scuole, gli edifici pubblici ed un museo sono completamente illuminati a Led, rendendolo così apripista in Italia nel risparmio energetico. A realizzare questa trasformazione che permette a Valentano di godere per i prossimi 15 anni di una sostanziale autonomia che è anche fonte di risparmio economico è stata Greenvest, società di servizi energetici integrati, fondata dodici anni fa da due giovani imprenditori: Luciano Brusadelli, laureato in economia aziendale, e Carlo Capogrossi Colognesi, laureato in economia e gestione delle aziende e dei servizi sanitari.

 

Nato da un sogno che due giovani romani coltivavano fin dal liceo, Greenvest ha portato sensibili miglioramenti nell’approvvigionamento e nei consumi oculati di energia del borgo di Valentano, nel Lazio. Ma anche a nella città lombarda. «Quando iniziammo 12 anni fa non si parlava ancora di associare l’efficienza al risparmio»

 

Anche se oggi la loro società è quanto di più all’avanguardia nel settore dell’efficienza energetica a livello nazionale ed internazionale, quando raccontano gli inizi i due imprenditori parlano di un sogno: quello di voler dare vita ad una loro attività fin dai tempi del liceo, e di un «percorso romantico» che li ha portati alla realizzazione di una società dedita soprattutto alla protezione dell’ambiente, interessi economici a parte. Anche perché se oggi il risparmio e l’efficientamento energetico sono argomenti quanto mai attuali, dodici anni fa, quando hanno iniziato «non si parlava ancora molto di collegare l’efficienza al risparmio». Tutto comincia, dunque, sui banchi di scuola dove i due amici Carlo (che oggi è AD e CEO) e Luciano (AD) si scoprono con una forte passione per le fonti rinnovabili e per gli investimenti «green». Inutile dire che fin da allora hanno visto lontano: attualmente la società impiega più di 100 persone tra collaboratori e dipendenti e ha chiuso il 2022 con un fatturato di 70 milioni di euro. E perfino la loro sede sulla Tiburtina è uno spazio innovativo, dove non ci sono orari né cartellini da timbrare, ma è obbligatorio credere e molto, nella protezione dell’ambiente.

 

Il capannone di famiglia con i pannelli solari

«Abbiamo iniziato», ricorda Carlo, «installando un pannello fotovoltaico su un capannone di proprietà della famiglia di Luciano», e la strada da allora è sempre stata in salita ed oggi Greenvest è la prima Energy Service Company (ESCO) italiana per redditività. Fra le loro azioni, per citarne due, anche il primo progetto di transizione all’illuminazione sostenibile in un centro commerciale italiano, «I Granai» di Roma, che oggi può vantare un utile netto di più del 14% del fatturato, cavalcando la rivoluzione green da oltre un decennio; e il relamping del centro commerciale «Carrefour» di Pavia, dove sono stati sostituiti i 782 corpi illuminanti tradizionali con altrettanti a Led, ottenendo un risparmio energetico per il centro del 69%.

 

Gli ostacoli della burocrazia

Le loro idee sono molto chiare. «La riduzione dei consumi non può gravare solo sulle spalle dei cittadini limitandone i comfort acquisiti o cambiandone le abitudini domestiche» dicono, «uno Stato attento e lungimirante dovrebbe incoraggiare la cittadinanza e le amministrazioni ad eseguire interventi di sostituzione delle vecchie tecnologie (caldaie, condizionatori, luci e infissi) per ridurre non l’utilizzo o le performance di questi sistemi, ma i consumi nominali degli stessi». Ancora: «Si dovrebbero inoltre incoraggiare investimenti sulla produzione privata di energia attraverso degli incentivi, per esempio, per l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti delle abitazioni e degli immobili in generale – proseguono – infatti per quanto sia corretto sensibilizzare la cittadinanza ad un utilizzo più consapevole delle apparecchiature, e ad una condotta più responsabile, in un mondo che va sempre di più verso l’elettrificazione, crediamo che non sia sufficiente, ma che sia necessario e quindi molto più importante informare le persone sull’esistenza di soluzioni definitive al gravoso problema dei consumi».

 

Sulla via della qualificazione energetica

E non manca l’attenzione all’ecobonus e all’attuale crisi idrica. Nel primo caso ritengono che «in questi ultimi anni attraverso lo strumento dei bonus edilizi come l’ecobonus, si è dato il via ad un percorso virtuoso di efficientamento degli immobili residenziali. Ma certo è che averlo bloccato rende il percorso di riqualificazione energetica dei nostri immobili molto più lungo e tortuoso. Un blocco – spiegano – che oltretutto va contro quelle che saranno le direttive europee in termini di efficienza energetica degli immobili e di raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione degli stati membri». E infine, come prossima tappa, Greenvest si impegna nella lotta alla siccità: «Stiamo concentrando le nostre risorse e i nostri capitali sul fronte dell’emergenza idrica – concludono – il nostro obiettivo è ridurre il consumo di acqua sia nelle abitazioni che nelle grandi aziende produttrici, in genere di beni alimentari, in modo sostenibile e garantendo gli standard qualitativi odierni».

di Lilli Garrone, Corriere della Sera