Soluzioni digitali contro siccità e sprechi d’acqua

(ANSA) – ROMA, 09 AGO – Contro gli sprechi di acqua, in particolare quelli dovuti alla dispersione nella rete di distribuzione, e in tempo di siccità la soluzione è nella digitalizzazione e nella tecnologia.

Lo assicura Carlo Capogrossi Colognesi, Ad di Greenvest, società di servizi energetici integrati.

A proposito della dispersione nella rete di distribuzione, Greenvest rileva che “in Italia in media va perso il 42% dell’acqua immessa, con punte di ben oltre il 60% che scendono a 20% nei casi più virtuosi.

Numeri allarmanti, specie se paragonati al 8% della Germania o al 4% della Danimarca, che portano il consumo pro capite annuo a 200 litri, secondo i dati provenienti da un documento elaborato dalla Cassa Depositi e Prestiti”. Per limitare sprechi e dispersioni di acqua, dunque, “occorrono investimenti ingenti per rinnovare la rete idrica che si estende per 550mila chilometri, di cui gran parte è da digitalizzare rilevando punti critici ed ottimizzandone la distribuzione, specialmente al Sud, dove c’è meno disponibilità di acqua e maggiore dispersione”.

Con il cambiamento climatico in atto e le temperature estive sempre più tropicali, osserva Greenvest, la grande sfida di oggi è contro la siccità. “Nel prossimo futuro sarà fondamentale realizzare sistemi di gestione di tutti gli impianti e delle tecnologie al servizio di un immobile, residenziale o commerciale, per giungere a un efficientamento nell’utilizzo di acqua” spiega Capogrossi Colognesi, co-fondatore insieme a Luciano Brusadelli di una delle più giovani e innovative aziende italiane fondata a Roma nel 2011 che opera nel settore dell’energia rinnovabile e della digitalizzazione del processo idrico.

Per le aziende, suggerisce Capogrossi Colognesi, “una delle soluzioni è intervenire sul recupero e il riciclo delle acque che entrano nel ciclo produttivo” mentre per la scarsa disponibilità di acqua necessaria per l’irrigazione in ambito agroalimentare ” devono essere cambiate le modalità di irrigazione e di coltivazione attraverso sistemi sostenibili che prevedono il corretto utilizzo dell’acqua con l’uso di sensori sono posizionati nel suolo. Il campo quindi diventa smart.

(ANSA).